Ecco il testo dell’omelia di don Angelo nella Messa di ringraziamento per il dono delle Missioni (Domenica 14 maggio 2017).
Ringraziamo insieme il Signore, e lo facciamo nell’Eucaristia (rendimento di grazie) per questi giorni preziosi che ci ha donato nella Missione popolare per i 60° anni della Parrocchia. In questa V domenica di Pasqua il Signore ha fatto risuonare la Sua Parola in questo tempio e ancor di più nel tempio del nostro cuore.
I Lettura At 6,1-7 – Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.
«Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». «La parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli… si moltiplicava».
Gli Apostoli, come abbiamo ascoltato nella 1ª lettura, si riservano il servizio della Parola e affidano quello della carità a sette diaconi, dei quali abbiamo ascoltato i nomi. Anche a noi, in questi giorni di missione, la Chiesa ha donato venti missionari che hanno annunziato la Parola e testimoniato l’amore del Signore. Per noi la Chiesa ha scelto: fra Gaetano (Coord.), fra Fabio (Prov. Ofm), fra Giovanni (Ofm Capp.), fra Luigi, fra Martin, fra Filippo, fra Bernardo, fra Pasquale, sr Patrizia, sr Tiziana, sr Veronica, sr Monica, sr Marialisa, Damiano, Gianluigi, Antonino, Salvatore, Alba, Federica, Isabella. Cari missionari, vi ringrazio con tutto il cuore, anche a nome della comunità, per quello che il Signore vi ha donato di regalarci in questa missione.
Il nostro ringraziamento è comunque poca cosa rispetto alla ricompensa che il Signore riserva a quanti hanno «dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno dei suoi piccoli perché discepolo» (cfr Mt 10,42). E noi tutti abbiamo ricevuto molto di più di un bicchiere d’acqua fresca, attraverso voi il Signore ci ha donato l’acqua del suo perdono, della sua consolazione, della sua amicizia, del suo amore, della sua Parola, del suo Spirito. Sì, cari fratelli e sorelle, siete stati per la comunità di san Bruno acqua viva dello Spirito di Dio. Il Signore vi ricompensi per questo. Tornando nelle vostre case, possiate gioire non soltanto per le meraviglie che il Signore vi ha donato di compiere nel suo Nome, ma per la certezza che «i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20).
Salmo (Sal 32) – Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo.
«Esultate, o giusti, nel Signore; per gli uomini retti è bella la lode… Perché retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera… Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame».
Con il Salmista esultiamo nel Signore, perché con la sua Parola dirige i nostri passi e ci ha custoditi in questi giorni intensi di missione preservandoci da ogni male. L’amore infinito di Dio è con noi, Lui solo è la nostra speranza. Non le nostre capacità, la nostra organizzazione, ma l’Amore di Gesù, presente nell’Eucaristia, adorata per l’intera settimana, ha mosso i piedi zelanti dei missionari, le mani accoglienti delle famiglie e i cuori aperti di tutti per permettere al Signore Gesù di incontrarsi con ciascuno di noi. Un grazie di cuore a tutti voi, qui presenti, a chi ha preparato questi giorni e a chi si è impegnato in essi. Grazie a quanti hanno ospitato i missionari, hanno cucinato per loro, hanno servito al loro tavolo, li hanno accompagnati dai malati. Grazie a chi ha pregato e a chi ha offerto la propria sofferenza per la buona riuscita della missione. Grazie a quanti hanno partecipato ai diversi momenti, nella lode al Signore, nel canto, nel gioco, nell’incontro, nel dialogo, nel gioire insieme.
Vangelo Gv 14,1-12 – Io sono la via, la verità e la vita.
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me… vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi… Io sono la via, la verità e la vita… Chi ha visto me, ha visto il Padre».
La parola forte e dolce di Gesù è risuonata ancora una volta per noi: «Io sono la via, la verità e la vita». Un anno fa, quando abbiamo scelto il tema, dopo siamo andati a vedere quale sarebbe stato il Vangelo e con immenso stupore abbiamo visto che era proprio quello scelto come tema della missione: Gesù è via, verità e vita. Al compiersi di questa missione, le parole di Gesù sono un mandato preciso per la nostra comunità parrocchiale, chiamata a vivere ancor di più la propria esperienza di fede, speranza e carità nella nostra Città.
1. Il primo invito di Gesù è di non avere paura, «non sia turbato il vostro cuore». È la «fede in Dio» che ci impedisce di avere paura. Se abbiamo fede in Gesù nessun avvenimento, nessuna persona, nessuna creatura «potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù» (Rom 8,39). La missione è stata per tutti noi, ciò che abbiamo chiesto per mesi a Dio Padre: riscoperta del suo «amore, rinnovato incontro con Cristo, unica via di salvezza, vita nello Spirito di santità e verità». Sereni, quindi, perché Gesù ci tiene nella sua mano.
2. Nel Vangelo Gesù ci dice: «Vado a prepararvi un posto… verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi». È questo il secondo invito: Il prenderci di Gesù, non è quello del ladro che prende per sé sottraendo agli altri, Gesù ci accoglie nella sua casa, per stare sempre insieme e per donarci l’immensità di Dio e in Dio restituirci tutti i nostri cari fratelli defunti. Il prenderci di Gesù è lo stare dello sposo con la sposa, dell’innamorato con l’innamorata, dell’infinito amore con ciascuno di noi chiamato e generato dall’amore. Siamo raggiunti dalla grazia e dalla misericordia di Dio che ci rigenera e ci rende capaci di amare e perdonare per rinnovare la nostra vita e quella degli altri. Se non ami e non perdoni, non vivi e non gioisci!
3. Il terzo invito ci viene dalla risposta a san Tommaso. Come sappiamo l’apostolo Tommaso è detto Didimo, gemello, gemello nostro, poiché come lui viviamo nell’incredulità e non nella fede. E Gesù, ancora una volta, si presenta a noi come Via, Verità e Vita.
– Via che ci guida al Padre, strada che conduce a Dio e a noi stessi. Imitando il Signore, ascoltando le sue parole, mettendoci alla luce della sua presenza facciamo esperienza di Dio ma, anche, alla sua luce scopriamo la nostra identità profonda. È Gesù che ci svela il volto di Dio Padre: «Chi ha visto me, ha visto il Padre».
– Verità che ci fa liberi, poiché è la verità dell’amore, da non confondere con la sterile rigidità, poiché solo la verità che viene da Dio ci rende liberi veramente; non sono le pseudo libertà che ci rendono veri. In questi tempi in cui tutto è opinione e tutto è in discussione, i discepoli di Gesù continuano ad affermare che esiste la verità, che non è solo un insieme di dottrine da imparare, ma un volto, quello del Signore Gesù, da accogliere, seguire e testimoniare.
– Vita che ci riempie di gioia, scoprendo che la vita non è data solo dal verbo esistere, ma dai verbi: credere, amare, sperare, pregare, servire, accogliere, gioire, perdonare, ricominciare, fidarsi, affidarsi, donarsi. Verbi che dobbiamo sempre più imparare a declinare ogni giorno, sempre e comunque, e non solo alla prima persona singolare: io, io, io ma noi, noi, noi.
II Lettura 1Pt 2,4-9 – Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale.
«Avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo… che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa».
E infine san Pietro ci consegna la nostra missione: Avvicinarci al Signore, stringerci a Lui, metterlo al centro delle nostre scelte, come ci ha invitato ieri sera il nostro Arcivescovo nella veglia “Chi ascolta, cresce; chi cresce, ama; chi ama, vive”.
Non so se avete notato, Pietro dice che Gesù è Pietra viva: Roccia, solida, forte ma viva, dinamica, spirituale. In Gesù, nel Battesimo, noi tutti siamo pietre vive! Pensate pietre… vive. La pietra è dura, inerte, pesante… come spesso è ciascuno di noi: duro nel giudizio, inerte nel servizio, appesantito dall’esperienza del peccato.
La Missione continua…
Questa missione parrocchiale che oggi si compie perché sia efficace deve continuare nella quotidianità della nostra esperienza cristiana. Ancora una volta il Signore ci chiama a fare Pasqua, passare dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dall’apatia alla preghiera, dall’indifferenza all’impegno, dall’individualismo alla comunione, dal puntare il dito al rimboccarsi le braccia, dallo stare a guardare dalla finestra del nostro perbenismo al costruire insieme l’edificio spirituale della Chiesa di Gesù.
La preghiera di san Bruno, che scelse Dio al di sopra di ogni persona e di ogni cosa, ci aiuti ad accogliere il Signore, ad ascoltare la sua Parola, crescere nella responsabilità, amare Dio e il prossimo, vivere da fedeli testimoni del Signore… e allora sarà sempre missione, missione di Gesù in noi per gli altri, per la gioia e la salvezza di tutti. Grazie, Signore Gesù!
d. Angelo Casile