LE ORIGINI
La nostra Parrocchia, situata alla periferia della città, è legata ad un passato non certo privo di storia, infatti la tradizione vuole che San Bruno, durante la sua breve permanenza nella nostra città, alla corte di Ruggero dei Normanni, si ritirasse a pregare nel posto ove ora sorge il rione che porta il suo nome. Ai tempi di Ferdinando il Borbone la proprietà, già possesso del Conte Gennaro Giuffrè, venne costituita in feudo e denominata, per volontà dello Stesso, Commenda San Bruno.
In seguito la famiglia Giuffrè per sentita devozione verso il Santo fece edificare, in un appezzamento di tale proprietà, una cappella che, mediante successive restaurazioni, e sopravvissuta fino ai giorni nostri. Vari episodi dimostrano che il Santo ha prediletto questo antico luogo di preghiera e la chiesa in esso edificata. Nella seconda metà del secolo scorso vi fu una alluvione che riducendo la zona a un letto di fiumara seminò rovine e distruzioni, tuttavia un gran masso, franato dalla collina di Pentimele, si fermò dietro la chiesetta deviandone le acque: era cosi salvaguardata la sua integrità. Durante i bombardamenti dell’ultima guerra, una bomba cadde dietro la chiesetta senza scoppiare, lasciandola intatta.
1956
Incremento demografico – La chiesuola, di pochi metri quadrati di superficie, permetteva ai pochi abitanti del luogo (per lo più coloni) di assistere all’unica S. Messa domenicale che veniva officiata per interessamento della famiglia Giuffrè, la quale si preoccupava di far venire dal centro della Diocesi un sacerdote; diversi si sono susseguiti, penultimo in ordine di tempo, il venerando canonico Cumbo.
In seguito alla costruzione degli alloggi INA Casa e case private, nuovi abitanti immigrarono mutando la struttura demografica del rione. Di conseguenza la chiesetta si rivelo di capienza insufficiente, donde la necessita di una chiesa più grande. Inoltre l’unica Messa domenicale non appagava più i bisogni spirituali del luogo.
Il successore – Per il vecchio sacerdote l’ufficio apostolico si dimostrò più oneroso. Si rendeva quindi necessario l’intervento di un sacerdote più giovane che potesse assolvere alle nuove esigenze. Infatti, alla fine di novembre dell’anno 1956, il Rettore Cumbo, su invito dell’Arcivescovo dell’Arcidiocesi lasciava l’incarico al Rettore Mario Manca.
Il novello sacerdote, nell’Omelia del suo primo ufficio, esortò i fedeli a collaborare nell’opera di evangelizzazione e di santificazione dell’ambiente.
Si delinea l’Azione Cattolica parrocchiale – I primi a raccogliere l’invito furono una ventina di ragazzi. Questi, privi di cognizioni concernenti i fini e gli scopi del loro apostolato e privi di una sede dove riunirsi, iniziarono la loro azione, allorché il giovane Gaetano Marenco, loro guida, spiego nelle prime riunioni, tenute all’ombra di un albero, l’attività da svolgere e le finalità da perseguire nell’ambito dell’Azione Cattolica.
1957
Il nuovo anno si preannunzio con buoni auspici. La famiglia Giuffrè cedette una vecchia stalla dalla quale i giovani ricavarono il locale per la loro sede dopo aver proceduto agli indispensabili adattamenti. Diverse attività di ordine apostolico-ricreativo si attuarono durante tale anno. Risultato lusinghiero dettero i ragazzi nel campionato di calcio cittadino, organizzato dal Centro Sportivo Italiano, in cui conquistarono l’ambita coppa d’argento.
Nasce l’Unione Donne di Azione Cattolica – In tale anno si registrò la fondazione della sezione dell’Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI). La sezione risultava così costituita; Presidente Sig.ra Franca Marenco, Segretaria Sig.ra Concettina Disilvestro, Delegata Stampa Sig.ra Maria Meduri. Le socie tesserate risultarono 33.
Come prima loro attività, organizzarono e diressero una pesca di beneficenza destinata ad incrementare i fondi per la costruzione della nuova Chiesa, approfittando dell’esodo dei cittadini alle campagne di Vito per trascorrere in letizia il giorno di pasquetta.
Altra loro importante attività fu l’opera caritativa «Conferenza di San Vincenzo». Tale opera fu riconosciuta dal Consiglio Generale della Società Femminile «San Vincenzo de Paoli» in una seduta tenutasi in Bologna. Fine di quest’opera fu di mettere le socie in unione di preghiera di intenzioni, di buone opere e di farle partecipi delle preziose indulgenze accordate alla società.
L’attività si concretizzò fondamentalmente nella visita ai poveri del rione e nella raccolta di fondi in loro favore. La conferenza raccolse e distribuì, nel decennio, la somma complessiva di L. 1.716.700.
Nasce la parrocchia – Intanto la Famiglia Giuffrè offriva il suolo per la costruzione della nuova Chiesa; quasi contemporaneamente il 27 giugno 1957, veniva fondata canonicamente «La Parrocchia di San Bruno». Il Rettore Mario Manca diventava cosi ufficialmente Parroco della nuova parrocchia, acquistandone il possesso canonico.