Oggi, domenica 22 giugno, si celebra la festa del Corpo e del Sangue di Cristo ma è anche il giorno in cui la comunità parrocchiale di san Bruno in Reggio Calabria saluta il suo primo parroco: don Mario Manca, che guida la parrocchia di san Bruno dal 27 giugno 1957, quando S.E. Mons. Giovanni Ferro, arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, istituì la parrocchia e lo nominò parroco.
Ci stringiamo attorno a lui con gratitudine e affetto e nella preghiera al Signore. La liturgia odierna ci permette di sottolineare il profondo legame tra il sacerdozio, e quindi la vita donata da don Mario alla parrocchia, e la festa del Corpus Domini.
Questa, infatti, non sarebbe possibile se non ci fosse il nostro ministro che Gesù ha preposto a pronunciare le parole “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”, se non ci fosse il presbitero, in questo caso il nostro parroco che lascia o il Vescovo. San Paolo nella lettera ai Corinzi chiarisce il concetto di questa Comunione. Egli dice “il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il Sangue di Cristo? E ancora “il Pane che noi spezziamo non è forse comunione con il Corpo di Cristo?”. Perciò spezzare il pane, benedire il calice significa diventare una sola cosa con Cristo, più della stessa comunione che c’è tra la mamma e il bambino che ella porta in grembo.
Mangiando il suo pane, bevendo il suo sangue noi diventiamo una sola cosa con Cristo. Anche l’uomo assimila il cibo. La pianta assimila i minerali dal terreno ma nella Comunione è Cristo che assimila noi, che ci fa diventare una sola cosa con Lui, che ci fa diventare, continua San Paolo, una sola cosa fra noi, non solo con Cristo. Chi sbaglia, chi commette cose indegne, quindi, è reo del corpo e del sangue, divide il corpo di Cristo. Perciò la Chiesa sollecita il pentimento, la confessione prima di accostarci alla Comunione, perché, se sbagliamo, diventiamo strumento di divisione, di rottura, mettiamo a rischio la salvezza di tutti.
Questa Eucaristia si può celebrare solo se c’è la presenza del presbitero, che in questo momento agisce come Cristo, quando egli dice “questo è il mio corpo”. È importante ogni presbitero ma oggi è importante sentire quanto lo sia stato don Mario, in questi 57 anni in cui il Signore ha affidato la parrocchia di san Bruno a lui. Naturalmente don Mario non va in pensione come succede a qualunque impiegato, egli continuerà il suo servizio, il suo ministero fino alla fine della sua vita, come dice Gesù “non abbiate paura! Sarò con voi fino alla fine dei tempi”.
Don Mario continuerà ad esercitare il suo ministero, forse anche in questa parrocchia, perciò, nel fargli gli auguri, oggi, non siamo tristi perché il nuovo parroco, don Angelo Casile – che conosco molto bene avendolo ordinato io sacerdote – potrà certamente contare sulla sua presenza, sul suo aiuto, così come don Mario potrà contare sul nostro affetto, sulla nostra preghiera, sulla nostra capacità di seguire e collaborare con il nuovo parroco.
Reggio Calabria, 22 giugno 2014
+ Vittorio Luigi Mondello
(Appunti pro manuscripto non rivisti dall’autore)