La comunità parrocchiale di San Bruno si è raccolta con viva fede attorno al proprio patrono per onorarlo e invocarlo nella preghiera con un programma della Novena e della Festa ricco di iniziative, sono svolte dal 27 settembre al 6 ottobre, giorno della nascita al cielo di san Bruno. Ecco di seguito il racconto dei singoli giorni.
Mercoledì 27 settembre – Con san Bruno, uomo di gioia
Con l’aiuto del Signore e affidandoci alla preghiera del nostro protettore celeste, anche quest’anno, guidati da mons. Angelo Casile, nostro parroco, abbiamo iniziato il novenario in onore di san Bruno che oggi contempliamo come uomo di gioia. Se il nostro cuore cerca Dio, è rivolto a lui, l’aiuto del Signore fa sì che le sofferenze non si impossessino del nostro cuore e possiamo vivere ogni momento della nostra vita nella gioia, non la gioia del mondo, ma la gioia del Signore, che è sempre vicino a ciascuno di noi.
L’Eucaristia è stata presieduta da d. Emanuele Benedetto, novello presbitero, amministratore parrocchiale di S. Maria dell’Arco in Bovetto – Croce Valanidi e di S. Maria Madre della Consolazione in Oliveto, seguito spiritualmente da d. Angelo nei primi anni del Seminario.
Nell’omelia d. Emanuele ha esordito notando come un aspetto della gioia è essere in una comunità in festa, essere nel posto giusto con le persone giuste, ma subito dopo ha correlato la gioia alla miseria, non come semplice povertà, ma come riconoscimento della mancanza di qualcosa. Scopriamo così ciò che è davvero essenziale per noi, sentendoci bisognosi dell’amore del Signore, che ci chiama a vivere in un continuo atteggiamento di povertà nello spirito nel servizio del Signore e dei fratelli.
Nel vangelo di oggi, Gesù manda i suoi discepoli nel mondo dicendo loro di non portare nulla, né bastone, né sacca, né sandali, né danaro. Così ci aiuta a riflettere su cosa è realmente essenziale per la nostra vita, quali sono le cose superflue, vane, vuote e cosa realmente conta per noi, capire cosa siamo disposti a lasciare per trovare lui. Gesù manda i discepoli insieme perché l’unica ricchezza vera, l’unica cosa essenziale per essere testimoni credibili del vangelo è non essere mai soli, essere con il Signore e con i fratelli. Anche san Bruno nella sua regola, apparentemente rigida, sottolinea non ciò che lasci, ma ciò che trovi: il Signore.
Dopo la celebrazione, siamo rimasti in Chiesa per lodare il Signore per il dono che san Bruno è per noi, con l’Omaggio a san Bruno, cantando con letizia assieme al nostro Coro della Divina Misericordia, guidato dal M° Pino Puntorieri e ascoltando i testi, proclamati da Biagio D’Agostino, che S.E. Mons. Antonio Cantisani ha scritto per san Bruno.
Giovedì 28 settembre – Con san Bruno scegliamo Dio al di sopra di tutto
Abbiamo vissuto la giornata alla presenza del Signore nell’Adorazione eucaristica continua. Nella novena ci ha guidato il testo del profeta Geremia che proclama benedetto l’uomo che confida nel Signore, poiché sarà come un albero piantato nel corso d’acqua. Così san Bruno attingendo alla parola di Dio lasciò tutto, scelse la clausura per essere solo con Dio solo e condurre nella preghiera tutta l’umanità a Dio.
Ha presieduto la Messa d. Candiloro Simone Costarella, novello presbitero, viceparroco di S. Maria e i XII Apostoli in Bagnara Calabra, anche lui è stato seguito da d. Angelo. Inoltre abbiamo accolto il diacono Ivan Morabito, insegnante di Religione nella scuola del nostro rione.
Ringraziando subito d. Angelo, per la costante vicinanza nei suoi confronti, d. Candiloro ha sottolineato due verbi del vangelo: sentire e vedere. Affinché il nostro sentire e il nostro vedere non ci porti al nulla, occorre ascoltare la parola di Dio e innalzare lo sguardo a Dio, spostare lo sguardo da noi stessi a Dio: ecco la conversione! San Bruno ci insegna a fuggire le cose terrene per cogliere l’Eterno, nel silenzio e nella preghiera. La preghiera ci permette di incontrare il Signore, di porre il nostro cuore accanto a quello di Cristo per imparare ad amare, a conformare la nostra volontà a quella di Dio, fonte della nostra pace. Siamo felici quando sperimentiamo che nelle nostre croci, nelle nostre difficoltà, non siamo da soli, ma Dio è accanto a noi. Impariamo da san Bruno a udire e vedere il Signore, a vivere il primato di Dio nelle nostre scelte, per fare di Cristo, della sua croce, il centro della nostra esistenza.
Nel nostro bellissimo teatro abbiamo poi trascorso un paio di ore veramente piacevolissime in compagnia del Cortile dei Quinti, cinque giovani e bravissimi musicisti che in chiave rock ci hanno intrattenuti con tantissimi brani spaziando tra le canzoni più conosciute dagli anni sessanta ai nostri giorni ed eseguendo anche brani di loro composizione.
Venerdì 29 settembre – Con san Bruno proclamiamo la bontà di Dio
San Bruno ci ricorda sempre che solo Dio è bene, solo Dio è bontà assoluta, bene infinito: “O Bonitas”. Anche Gesù ricorda al giovane ricco che solo Dio è buono. Il Signore nella sua misericordia, per amore nostro, va oltre se stesso e ci dona il suo unico figlio che soffre per i nostri peccati per salvarci.
Abbiamo accolto d. Alessandro Cama, novello presbitero, viceparroco del SS. Redentore in Palizzi Marina, un altro dei cinque nuovi presbiteri ordinati il 24 giugno scorso. Dopo aver ringraziato d. Angelo, il nostro caro parroco, per l’impegnativo servizio che svolge per la nostra Arcidiocesi, d. Alessandro ha evidenziato lo stupore che suscita in san Bruno la bontà di Dio e lo stupore che prova Natanaele alle parole di Gesù, stupore che fruttifica, diventa porta della fede e gli fa riconoscere che Gesù è Dio.
Lo stesso stupore e la stessa gratitudine dovrebbero essere presenti nei nostri cuori, se riflettiamo sugli arcangeli e gli angeli: creature spirituali, perfette, maestose, meravigliose ma per noi un po’ misteriosi, nel senso che non le conosciamo profondamente. Gli angeli ci sono sempre vicini, perché il Signore ci ama e ha sempre cura di noi, tanto che Dio non ha scelto di farsi come loro, ma ha scelto di farsi uomo come noi e sempre continua ad assisterci e custodirci, anche attraverso i suoi angeli. Lo ha fatto con gioia, lo ha fatto giorno per giorno, lo fa minuto per minuto, secondo per secondo.
Oggi che guardiamo a Dio Bontà infinita, mettiamo nelle mani del Signore tutto il bene che possiamo compiere con il suo aiuto e lasciamo che lo stupore per le sue meraviglie rinvigorisca la nostra vita e ci permetta di vedere sempre in Gesù il Figlio di Dio, venuto a salvarci, venuto ad amarci.
Sabato 30 settembre – Con san Bruno viviamo la centralità di Gesù Cristo
Il bel piazzale della nostra Chiesa è stato allietato dalla presenza di tantissimi ragazzi e ragazze che, assistiti con amore da catechiste ed educatori dell’ACR e AGESCI, hanno giocato in armonica allegria.
Nella novena d. Angelo ci ha aiutato a contemplare san Bruno come vero innamorato del Signore, conquistato da Gesù, che è rivelazione dell’amore di Dio: un amore gratuito, infinito, incessante, fedele.
Nella Messa, presieduta da p. Pietro Ammendola, parroco della Basilica dell’Eremo e assistente diocesano dei gruppi di preghiera di Padre Pio, ha rimarcato la testimonianza di santità molto particolare di san Bruno, figura abbastanza poliedrica per le diverse esperienze della sua vita. Infatti è stato insegnante, predicatore, curiale a Reims e a Roma, in aiuto a papa Urbano II. Finché nel suo cuore nasce il desiderio della contemplazione, dedicarsi completamente a Dio, allargare il cuore e, attraverso la preghiera, arrivare fino ai confini del mondo affinché tutti possano camminare sulle vie del Signore; ma non in maniera autonoma, arbitraria bensì stando dietro Gesù che ci dice: «Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24).
Rinnegare se stessi, convertirsi, ogni giorno! Questo ci dice oggi anche il profeta Ezechiele: nessuno di noi può sentirsi mai arrivato, dobbiamo convertirci ogni giorno. Per questo la Chiesa, nella sua saggezza, nella sua maternità, ci ricorda, attraverso l’atto penitenziale quotidiano, che ogni giorno noi ci dobbiamo convertire, non ci dobbiamo mai dimenticare che dobbiamo essere sempre vigilanti, attenti e desiderare di avere ogni giorno un cuore nuovo. La novità di Gesù deve germogliare nel nostro cuore quotidianamente.
In serata, nel nostro teatro, abbiamo assistito alla commedia brillante Miseria e nobiltà, messa in scena dalla compagnia teatrale San Paolo alla Rotonda, guidata dall’impareggiabile Giuseppe D’Agostino.
Domenica 1° ottobre – Con san Bruno proclamiamo la sapienza della Croce
Il nostro carissimo parroco d. Angelo Casile ha introdotto la celebrazione delle 10.00 mostrando ai bambini il reliquario esposto sull’altare e il suo prezioso contenuto: un pezzetto di un osso di san Bruno, che dal cielo ci protegge, ci assiste e ci benedice.
Ha poi ricordato che oggi, ventiseiesima domenica del tempo ordinario, inizia il mese missionario ed è giorno di memoria di santa Teresa di Gesù Bambino che morta giovanissima, 24 anni, entrata in clausura a 15 anni, è stata proclamata patrona delle missioni, poiché pur vivendo una vita assolutamente ordinaria, durante i servizi pregava intensamente e soprattutto per i missionari.
Come santa Teresa pregava Gesù Bambino, anche san Bruno ha detto: “Eccomi, Signore, vado a lavorare nella tua vigna” e quindi serve il Signore a Reims, a Roma e poi in Calabria. Pregando, ha capito che con il lavoro si possono servire le persone più vicine, ma con la preghiera si può raggiungere tutta l’umanità.
San Bruno prega sempre per tutti noi e noi gli siamo riconoscenti per questo lo onoriamo con la festa. Egli è nostro amico e poiché il 6 ottobre 1101 finisce la sua vita terrena e nasce al cielo, noi il sei ottobre festeggiamo la sua santità. Al termine della celebrazione, d. Angelo ha riunito tutti i genitori e i bambini presenti, ai piedi dell’altare per la benedizione del Signore.
La Messa delle 11.30 è presieduta da d. Vincenzo Pace, novello presbitero, amministratore parrocchiale di S. Maria Regina della Pace in S. Leo di Pellaro e cappellano dell’ospedale di Melito Porto Salvo.
Nell’omelia d. Enzo ha notato come Gesù nel vangelo ci ha fatto conoscere Dio, padre misericordioso, pronto ad accoglierci e amarci, in una relazione viva, bella, che noi dovremmo vivere nei confronti dei nostri cari genitori. Nella lettera ai Filippesi, san Paolo descrive l’annichilirsi del Figlio nel farsi uomo, per portare l’uomo a Dio.
San Bruno ha capito bene questa cosa e nella sapienza della croce ha imparato a conoscere la saggezza della croce, che è fonte di salvezza, è gloria per Gesù ma soprattutto è gloria per noi. Senza quel sacrificio, senza quella obbedienza di Gesù, noi oggi saremmo e continueremmo a vivere nel peccato.
Subito prima della benedizione finale, d. Angelo ha salutato cordialmente d. Enzo offrendogli una copia della pubblicazione su san Bruno e il nuovo numero del Platano e notando affettuosamente come quest’anno ben otto pagine sono dedicate proprio a d. Enzo in occasione della sua ordinazione diaconale e presbiterale, piccolo segno del nostro affetto e della nostra gioia di averlo figlio di questa comunità.
Ringraziando, d. Enzo ha detto di essere spiritualmente tornato al 25 giugno, alla prima Messa celebrata su questo altare: “È stato un giorno bellissimo! Pregate per me!”
Nella novena, abbiamo guardato a Cristo crocifisso e a san Paolo crocifisso con lui nel dono delle stimmate. San Bruno vive contemplando Cristo crocifisso e contempla la Croce quale centro del mondo. La via della salvezza è attraversata dalla sapienza della croce.
Alle 18.30, abbiamo accolto il caro d. Davide Tauro, nostro viceparroco, amministratore parrocchiale di S. Nicola di Bari a Vito e notaio nella nostra Curia.
Soffermandosi sulle parole del profeta Ezechiele, d. Davide ci ha invitati a prendere consapevolezza dei nostri errori per convertirci e ritornare al Signore, sempre pronto ad accoglierci, a perdonarci e a cambiare una situazione di morte in una di vita. È ciò che ha fatto il primo figlio del vangelo, che inizialmente aveva manifestato la sua non volontà di andare a lavorare nella vigna, ma poi si pentì e andò.
Commentando san Paolo, che scrive ai Filippesi, d. Davide ha messo in evidenza che come Gesù svuotò se stesso e divenne uomo in pienezza, dignità e bontà, così san Bruno ha vissuto nella contemplazione, nel silenzio, nel distacco e ha saputo fare spazio alla presenza di Dio. Quando facciamo spazio nel silenzio e nella preghiera a Dio, siamo capaci di restituire tutto l’amore agli altri, ai nostri fratelli.
Anche d. Davide ha ringraziato il carissimo d. Angelo: “Tante cose che noi giovani presbiteri cerchiamo di realizzare nella Chiesa, non sarebbero possibili senza il sostegno e il supporto di chi esercita, come d. Angelo, la paternità in maniera lodevole, attenta, competente in tanti campi.
In serata, in teatro abbiamo assistito a Giuseppe venduto dai fratelli, messo in scena dalla compagnia teatrale La Quinta Essenza con la regia di Giuseppe Lombardo. Una rappresentazione veramente accurata del racconto biblico tratto dalla Genesi.
Infine, il nostro parroco ha ricordato i carissimi Mimmo Raffa e la moglie Angela Costantino, nell’anniversario della loro morte, aggiungendo che se oggi abbiamo un teatro che ci permette tante belle e varie esperienze, lo dobbiamo anche a Mimmo e agli amici del Blu Sky Cabaret che hanno collaborato col cuore per realizzare una bellissima struttura che siamo orgogliosi di custodire.
Lunedì 2 ottobre – Con san Bruno percorriamo la via dell’amore
Nella novena siamo stati sollecitati a rimanere nell’amore di Gesù. Quando la fedeltà diventa perseveranza quotidiana, permettiamo allo Spirito Santo di scrivere nei nostri cuori la legge dell’amore di Dio.
Un legame particolare ci unisce nella fede a d. Juan Manuel Cepeda Cardenas, parroco di S. Pasquale Baylon in Chorio di S. Lorenzo, dove san Gaetano Catanoso è stato parroco. Venuto a Reggio, san Gaetano celebrava l’Eucaristia domenicale nell’antica chiesetta sotto il nostro platano.
Durante l’omelia, d. Manuel riallacciandosi al tema odierno della novena e all’impronta di Dio nel cuore dell’uomo che è proprio l’amore, ci ha ricordato che la prova più bella per i cristiani figli di Dio è la nostra capacità di amare, che non si esaurisce amando, perché più amiamo e più saremo capaci di amare; ma se noi amiamo solo noi stessi quest’amore ci chiude e non cresce nella nostra vita.
Riflettendo sulla festa dei santi angeli custodi, non ha omesso di porgere gli auguri al nostro caro d. Angelo per l’onomastico. L’angelo custode è un segno della cura di Dio nei nostri confronti: “Ho mandato un angelo davanti a te per custodirti”. Angelo è colui che porta una buona parola da parte Dio e il messaggio che gli angeli portano a noi è: “Il Signore ti ama!”. Al termine d. Manuel ha ringraziato la comunità per averlo accolto amorevolmente e d. Angelo per la paternità sacerdotale e l’amicizia che gli ha dato.
Nel teatro si è svolta l’eccezionale serata Napule è… Pino Daniele amodonostro, quattro musicisti così bravi da farci gustare la voce e i testi del grande Pino Daniele come “gli angeli che cercano un sorriso”.
Martedì 3 ottobre – Con san Bruno amiamo tutti i fratelli
San Giovanni ci ha richiamati all’amore di Dio che vediamo in Gesù, immagine viva dell’amore totale, e che san Bruno vive in sé e invoca per noi la grazia di amare Dio nei fratelli e di amare i fratelli in Dio.
La gioia di accogliere d. Bruno La Rizza, rettore del Santuario di S. Maria del Bosco, e gli amici Marco, Sara e Luigi che lo accompagnano, si è centuplicata quando ci ha riferito che p. Ignazio Iannizzotto, priore della Certosa di Serra, sarà presente l’anno prossimo in occasione della festa e sarà un evento eccezionale, considerato che per i certosini è difficile uscire dalla Certosa, la loro rinuncia all’apparire è totale.
Nell’omelia, d. Bruno ci ha descritto i tratti salienti della vita del Santo certosino. San Bruno cercava Dio e la salvezza della sua anima, a Reims era professore di teologia e di filosofia, ma i libri non gli davano il Dio vivo che cercava. Va alla ricerca, fa diverse esperienze, poi decide: silenzio, solitudine, deserto e sceglie Grenoble, un luogo inaccessibile, sempre neve, per dieci mesi l’anno freddissimo. In queste situazioni di deserto, cerca la voce di Dio, cerca l’incontro con il Signore come Maria, la Vergine dell’ascolto e san Giovanni Battista, l’uomo del deserto, altro patrono dei certosini.
Noi cerchiamo il Signore, diciamo Dio è in cielo e alziamo gli occhi… Nel silenzio e nella solitudine san Bruno percepisce che il cielo è dove c’è Dio e Dio è più intimo a noi di noi stessi. Allora Dio è dentro di noi e se è dentro di noi vive questa dimensione di amore che diventa parola, preghiera, unione con Dio, gioia, felicità, ecco perché san Bruno parlando del silenzio, della solitudine, parlando della cella dice: qui l’occhio ferisce il cuore dello sposo, Dio. Nella cella del cuore si vive l’intima unione col Signore e la cella, come dice san Bruno, è il giardino del paradiso dove, nella solitudine, si possono gustarne i frutti.
Infatti la cosa che colpisce nei certosini è la serenità, gli occhi sorridenti, il sorriso con i quali accolgono tutti, anche se vivono separati da tutti, sono uniti a tutti perché allenati ad amare il Signore e nel Signore. Nella ricerca di Dio ritroviamo noi stessi e troviamo il Signore, allora stiamo in pace con tutti.
La serata si è conclusa in teatro con i bravissimi amici del Blu Sky Cabaret che, con la commedia Facimu festa, ci hanno dato uno scorcio della vita delle parrocchie, fatti che possono realmente accadere, cose che si sperimentano, in un modo o nell’altro.
Mercoledì 4 ottobre – Con san Bruno gustiamo la preghiera
Gesù indica la preghiera come impegno, cammino: “Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. Occorre cercare nel cuore di Dio, bussare al cuore di Dio, non aver paura di chiedere al Signore ogni grazia e dono.
Nel giorno dedicato a san Francesco abbiamo avuto la grazia di avere p. Filippo Campolo ofm, viceparroco di S. Antonio di Padova in Rende. Insieme ci siamo affidati a san Bruno, nostro padre celeste, e a san Francesco, santi che ci guardano dal cielo, ci benedicono, ci aiutano a seguire il Signore. P. Filippo ha usato il saluto con cui san Francesco iniziava le sue prediche: “Il Signore vi dia pace!”. Siamo in cerca di pace, il mondo cerca pace, i cuori cercano pace, pace che il Signore vuole donarci.
Francesco aveva capito che c’era una sola strada per essere in pace con se stessi, con Dio, con gli altri: la via della piccolezza, lo abbiamo ascoltato nel vangelo di oggi; Francesco aveva capito che se non ci facciamo piccoli, non potremo ricevere niente da Dio, perché chi si crede sapiente non riceve nulla poiché pensa di avere già abbastanza, di sapere già tutto quello che deve sapere, non ha bisogno di nient’altro. Invece quando noi diventiamo piccoli e ci riconosciamo bisognosi, allora possiamo ricevere i doni di Dio.
Francesco accanto alla piccolezza, che i frati chiamano minorità, pone la fraternità; capisce che è proprio questo il senso di essere piccoli: riconoscersi bisognosi dell’altro; capire che da soli non ce la facciamo, che non possiamo andare avanti da soli, che la vita non è una lotta e che invece ogni bene viene da Dio e lo gustiamo pienamente soltanto quando lo condividiamo, lo spezziamo; come l’Eucaristia: la spezziamo e ne mangiamo tutti; come la parola di Dio: l’ascoltiamo, ma l’ascoltiamo insieme.
Chiediamo al Signore la grazia di imparare a lasciarci amare da lui e a percepire il sapore dell’amore che ci raggiunge e ci trasforma interiormente come è avvenuto in san Bruno e in san Francesco.
In chiesa, la preghiera è continuata con l’Omaggio a san Francesco, canti presentati da Biagio D’Agostino e interpretati divinamente dal M° Pierluigi Romeo e dal soprano Maria Adele Misitano, accompagnati all’organo dal M° Pino Puntorieri.
Giovedì 5 ottobre – Con san Bruno lodiamo la Vergine Maria
Nell’Annunciazione, Dio presenta a Maria il suo progetto: essere la madre di Gesù, la madre del figlio di Dio. Maria dice di sì e a partire da questo sì, la sua vita diventa servizio nell’amore all’umanità intera.
L’Eucaristia è stata presieduta da con d. Saverio Caccamo, amministratore parrocchiale di S. Giuseppe e SS. Salvatore in Cataforio, quinto dei novelli presbiteri e figlio spirituale di d. Angelo.
Nel vangelo guardiamo a Gesù che invia i discepoli a portare l’annuncio avanti a sé. I discepoli sono messaggeri, non proprietari della Parola che annunciano, sono coloro che portano Gesù: lo portano, lo annunciano, poi spariscono. Gesù li manda secondo uno stile: la libertà dai beni materiali, quella povertà che non è un semplice pauperismo, una semplice rinuncia ai beni materiali, ma vivere la libertà di fondo di non essere dipendenti dalle cose materiali.
Un’altra caratteristica del discepolo, è la gioia che deriva dall’ascolto della parola del Signore, e noi dobbiamo sapere trasmettere questa gioia, la gioia di sapere di avere Gesù nella nostra vita. Noi tutti dobbiamo essere gli operai nella vigna del Signore, noi dobbiamo diventare discepoli, annunciatori della sua parola, la parola che ci ha dato la vita; questo deve essere il frutto della nostra gioia: non dobbiamo tenerla per noi, ma dobbiamo trasmetterla.
Così come ha fatto san Bruno, che ha imparato a vivere questa gioia e a trasmetterla agli altri. L’ha imparato soprattutto alla scuola di Maria, di colei che veramente è discepola del Signore, e attraverso lei si può imparare ad essere veri discepoli di Gesù: gioiosi, fedeli e liberi.
Nel teatro, siamo stati partecipi dello spettacolo Marinella Rodà in Mediterraneo Musica, musica e canti con la sublime voce di Marinellà Rodà, il M° Pino Puntorieri al pianoforte e il M° Fabio Moragas alle chitarre. Un mare di profonde emozioni tra miti, storie e tradizioni mediterranee.
6 ottobre – Lodiamo il Signore per il dono che è san Bruno per noi
Anche quest’anno il Signore ci ha donato la grazia di celebrare la festa di san Bruno, in comunione con tutti i certosini che continuano a far risplendere il carisma del nostro comune celeste patrono.
Nell’Eucaristia del mattino, mons. Angelo Casile, nostro parroco, ha evidenziato come le letture della liturgia aiutano ad approfondire la vita di san Bruno. Il vangelo, che riporta l’invito di Gesù a stare pronti, a vigilare, descrive la vita dei certosini che stanno pronti anche di notte nella preghiera per aprire al Signore il loro cuore e portare al cuore di Dio tutta l’umanità.
Nella prima lettura, Mosè ricorda al popolo di Israele i tanti prodigi sperimentati nel deserto. Il Signore è sempre con noi, suoi discepoli, come è sempre stato con san Bruno in tutti gli eventi della sua vita che, infine, lo hanno portato tra le Serre di Calabria.
Nell’Eucaristia abbiamo ricordato i defunti Gennaro e Girolama Giuffrè, discendenti del conte Ruggero d’Altavilla e fondatori della nostra chiesa attraverso il dono del terreno e di un generoso contributo al nostro defunto parroco don Mario.
A sera, abbiamo accolto S.E. Mons. Fortunato Morrone, nostro arcivescovo, salutato con affetto da d. Angelo, che ha brevemente illustrato come anche noi stiamo camminando nel Sinodo: vivendo il cantiere della Parola, per crescere insieme illuminati dalla parola del Signore, e il cantiere della cultura, utilizzando il nostro teatro per offrire spazi e tempi di partecipazione, inclusione e solidarietà.
L’Arcivescovo ha ringraziato d. Angelo che, camminando con noi, ci sta accompagnando a seguire Gesù ed anche per il contributo significativo che dà alla nostra Chiesa reggina bovese, con la sua grande esperienza, il lavoro paziente, attento, prezioso per il nostro cammino diocesano, augurandogli che la sapienza contemplativa di san Bruno lo accompagni nel servizio alla Chiesa.
Nell’omelia, mons. Morrone ci ha invitati ad avere una visione universale al seguito di questo santo di grande spessore spirituale, culturale, teologico che dall’alto dei cieli, dall’alto del cuore di Dio, ci accompagna, con la sua preghiera ardente, il suo incoraggiamento fraterno per andare in profondità, nelle realtà della nostra esistenza.
Ricordati, tieni a mente, nel tuo cuore, nella tua esistenza che Dio è presenza viva, ricorda tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere, tutti i momenti che hai vissuto, il bene ricevuto, perché spesso ci dimentichiamo troppo in fretta e chiediamo al Signore: Dove sei? Ti sei scordato di me? Non lasciamoci abbattere dalle contrarietà, Lui è presenza viva che ci cammina accanto.
Gesù è l’unica parola che ci dà respiro. In lui siamo stati amati prima di ogni nostra possibile risposta; è a partire da Gesù che possiamo leggere la nostra vita, la nostra esistenza, guardando a Gesù, nostro orizzonte. Ecco allora che la nostra preghiera è anzitutto contemplazione, è un saperci guardati da Dio e il suo sguardo su di me mi fa ripartire, fa ricominciare, mi fa essere attivo e responsabile, mi fa guardare diversamente le cose, a cominciare dal mio essere, dalla mia fragilità, dalla mia sofferenza. Beato quel servo – siamo noi – che il Signore trova all’opera, in questa storia, in questa comunità, in questa città.
La festa si è conclusa nel nostro teatro con Parthenope… omaggio a Napoli, viaggio musicale con la meravigliosa voce di Roberta Cullari, accompagnata dal M° Alessandro Calcaramo al mandolino, dal M° Mario Ferrara alla chitarra e dal M° Gino Mattiani alla fisarmonica.