Epifania del Signore

La stella si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al solo vedere la stella, i magi provarono un’immensa gioia. Accogliamo anche noi nel nostro cuore quella grande gioia. La stessa gioia annunziano gli angeli ai pastori. Adoriamolo insieme ai magi, diamogli gloria coi pastori, esultiamo con gli angeli, «perché oggi ci è nato un Salvatore che è il Cristo Signore» (Lc 2,11). «Dio, il Signore è nostra luce» (Sal 118,27): non nella forma di Dio, per non atterrire la nostra debolezza, ma nella forma di servo, per portare la libertà a chi giaceva nella schiavitù. Chi ha l’animo così insensibile, così ingrato, da non sentire la gioia di esprimere con doni la propria esultanza? È festa per tutto il creato: il cielo è dato alla terra, viene inviato un arcangelo a Zaccaria e a Maria, una schiera di angeli canta «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14).

Le stelle si affacciano dal cielo, i magi lasciano il loro paese, la terra è tutta raccolta in una grotta. Non ci sia nessuno che non porti qualcosa, nessuno che non sia grato. Celebriamo la salvezza del mondo, il natale del genere umano.

Oggi è stata rimessa la colpa di Adamo. Ormai non dobbiamo più udire «Sei polvere e in polvere ritornerai» (Gen 3,19), ma, unito a colui che è venuto dal cielo, sarai ammesso in cielo. Non si udrà più «Partorirai i figli nel dolore» (Gen 3,19). Beata, infatti, colei che partorì l’Emmanuele, e il seno che lo allattò! Proprio per questo «un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità» (Is 9,5).

Unisciti a coloro che dai cieli accolsero festanti il Signore. Pensa ai pastori ricolmati di sapienza, ai sacerdoti arricchiti del dono di profezia, alle donne inondate di gioia: Maria per l’annunzio di Gabriele, Elisabetta per Giovanni che sussulta nelle sue viscere, Anna che dava il lieto annunzio; e Simeone che accoglieva il Bambino tra le braccia. Tutti costoro adoravano in lui il grande Dio, non già sprezzando le fattezze infantili che vedevano, ma lodando la grandezza della sua divinità. La potenza divina, infatti, come raggio attraverso un cristallo, splendeva in quel corpo umano, rifulgendo dinanzi agli occhi puri del loro cuore. Potessimo anche noi trovarci con loro a contemplare con sguardo puro, come riflessa in uno specchio, la gloria del Signore, per essere trasformati anche noi di gloria in gloria, per grazia e bontà del nostro Signore Gesù Cristo. A lui la gloria e la sovranità nei secoli dei secoli. Amen.

San Basilio Magno, Omelie, 6