Iniziamo il cammino della Quaresima con l’austero segno dell’imposizione delle Ceneri con il quale siamo ammoniti: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai» (Gen 3,19) e «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15). Ci accompagna in questo tempo particolare la Presenza di Gesù secondo la sua promessa: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Ci aiutano nel cammino quaresimale la riflessione di S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, e un contributo dell’Ufficio liturgico diocesano sulla Quaresima e la Pasqua. Buon cammino quaresimale!
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Riflessione di S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini
Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Santa Quaresima. Anche quest’anno accogliamo questo tempo come dono di Dio per la conversione del nostro cuore e, di conseguenza, per il cambiamento delle nostre opere. Tutto attorno a noi ci spinge a questa conversione. Troppi problemi e troppi mali ci sovrastano, frutto anche della nostra cattiva condotta di vita. Tutto attorno a noi ci spinge a fermarci, a riflettere e a pregare: la Quaresima è il tempo opportuno per farlo.
Essa ci offre i consueti doni: la preghiera, il digiuno, l’ascolto della Parola, le opere di carità. Sappiamo farne tesoro. Nel contesto del piano pastorale di questo anno, centrato sulla cittadinanza attiva, verifichiamo in modo particolare il nostro impegno per il bene comune, superando ogni forma di egoismo e di interesse personale. La fede ci deve far crescere anche come cittadini attivi e responsabili per la costruzione della nostra società. Voglia il Signore sorreggerci in questo cammino.
Quest’anno iniziamo la Quaresima con sentimenti di paura, forse anche di angoscia, per la minaccia dell’epidemia, che incombe su di noi. Essa ha già limitato la nostre libertà e le nostre abitudini, e forse le limiterà ancora di più. Seguiamo docilmente le indicazioni delle autorità e mettiamole scrupolosamente in pratica. Forse avremo più tempo per rimanere a casa, nell’intimità delle nostre famiglie: approfittiamone per recuperare emozioni perdute e per le quali non avevamo più tempo. Riscopriamo la bellezza della lettura della Parola di Dio e la gioia della preghiera comune. Riscopriamo il Santo Rosario in famiglia. Soprattutto riscopriamo l’umiltà di riconoscerci dipendenti da Dio, coscienti che basta un piccolo allarme a distruggere tutte le nostre sicurezze. Ma abbiamo anche fiducia in lui, rivolgendoci come figli ad un Padre perché ci aiuti.
Preghiamolo perché ci risparmi ulteriori sofferenze. Preghiamolo per quanti sono stati già contagiati dal virus. Preghiamolo per tutti coloro che in prima linea (autorità, ricercatori, medici, infermieri, forze dell’ordine, volontari) stanno lavorando per evitarci il contagio e garantirci eventualmente ogni cura. Siamo loro riconoscenti.
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Contributo dell’Ufficio liturgico diocesano
Il Tempo liturgico chiamato tradizionalmente “forte” che inizia con il Mercoledì delle Ceneri si conclude con il giorno cinquantesimo dopo della celebrazione della Pasqua del Signore.
Quaresima – Triduo Pasquale – Tempo di Pasqua: sono da considerarsi come un unico Tempo liturgico! Li guardiamo nella loro unità, scomponendoli, però, nelle loro tipicità.
La Chiesa terrestre, in questo unico Tempo dell’intero Anno Liturgico, riceve dallo Spirito Santo la chiamata a rendere sempre più sicura, sapiente, salda la sua vocazione di popolo consacrato del Signore che, con il capo rivolto verso i Cieli del Padre deve camminare sulla terra e “prigioniera” ancora del tempo tra le insidie della concupiscenza e delle tentazioni.
Questo Tempo liturgico di Quaresima – Triduo Sacro – Pasqua fa percorrere alla Chiesa terrestre un cammino spirituale durante il quale lo Spirito del Signore le farà comprendere le miserie dei suoi peccati e la meravigliosa potenza della misericordia di Dio che salva.
Nella Salve Regina preghiamo di essere in una valle di lacrime. Ecco, il popolo santo di Dio vi cammina in mezzo, gemente e piangente. La attraversa, vede dentro di sé e attorno a sé uomini e donne che si contorcono per i loro delitti, che si affliggono per le loro tenebre dell’assenza di fede, che corrono disperati alla ricerca di una qualche salvezza, che si disinteressano di cambiare condotta di vita.
Il popolo dei salvati, costituito tutto da Unti come il Messia, vi cammina in mezzo, non umiliata da colui che è il padre del terrore, satana, ma con Colui che l’ha resa popolo messianico, popolo in cui sorge continuamente la vita nuova. Alla sua guida vi è una guida invincibile, un re vittorioso, che porta sul suo corpo i segni della guerra più dolorosa ed insieme più sorprendente, apparentemente anche la più silenziosa, che si sia mai combattuta. Gesù Cristo è alla guida del popolo del Signore ed è stigmatizzato! Ma non scorre più sangue dalle Sue mani, dai piedi o dal costato; il Suo corpo non è più nell’umiliazione della Sua passione, no! È glorioso, luminoso, incorruttibile. Il popolo santo di Dio è costituito dai discepoli del Maestro Gesù, che nel cammino lungo la valle delle lacrime sta con loro, e li difende, ma anche insegna loro a difendersi da tutte le insidie del demonio.
Il tempo di Quaresima – Triduo – Pasqua è il tempo della lotta e della vittoria. Anzi, la vittoria è già presente in ogni lotta, perché Cristo è morto una volta per sempre e non muore più! È vivo il Salvatore e dà vita a tutti coloro su cui alita lo Spirito Santo da cui si lasciano liberamente ungere di potenze divine:
– la Quaresima ci insegna che senza Dio non possiamo far nulla.
– il Triduo Pasquale ci insegna che solo Dio salva.
– il Tempo della Pasqua ci insegna che a Dio nulla è impossibile.
Possiamo vivere nella giustizia e nella pietà tutti i e tre questi tempi liturgici immersi nello Spirito Santo, immersi nella Pentecoste. Adoratori dello Spirito Santo conosceremo per la Sua indicazione il Salvatore Gesù e le nostre miserie. Pieni di Spirito Santo comprenderemo le Parole che il Signore ci rivolgerà e, convinti della vera Vita, l’eterna! Seguiremo Gesù adorandolo Dio che ci guida, accompagnandoci con i sacramenti, verso il Padre. Così giunti al Padre, con Gesù, unti di Spirito, al termine di questo viaggio che si concluderà non nella valle di lacrime, ma sulla sommità del Monte, purificati man mano dalla Parola e dai sacramenti, dagli atti di carità e dai digiuni, il Padre ci accoglierà e ci introdurrà nel Regno dei Cieli in cui le anime e gli spiriti beati dimorano nella pace e nella divina volontà.
Il Tempo liturgico che va dal mercoledì detto “delle ceneri” e l’ora nona del giovedì della Settimana Santa è chiamato Quaresima. La Chiesa terrestre, per antica tradizione, si prepara a celebrare la Pasqua annuale attraverso un importante periodo di preparazione spirituale.
È costituito da un periodo che è fatto di sei domeniche (con le proprie settimane) chiamate ciascuna “di Quaresima”, con la particolarità che la prima domenica è preceduta già da quattro giorni, mentre l’ultima non completa il suo calendario settimanale.
Infatti nella tradizione cattolica romana il mercoledì chiamato “delle ceneri” inaugura questo Tempo liturgico forte, mentre il giovedì della sesta settimana, chiamato “santo” perché nella Settimana Santa, lascia durante il suo svolgersi, al Tempo liturgico del Triduo Pasquale.
“Quadragesimale sacramentum”. La tradizione liturgica ha dato a questo periodo la denominazione di quadragesimale sacramento, ossia un unico sacramento che conosce un periodo proprio con dei segni propri e delle grazie proprie. I padri della Chiesa hanno sempre visto nella liturgia il senso di tutti gli atti della Chiesa. Così, durante la Quaresima, la lettura delle Sante Scritture e la Confessione, insieme con i tre elementi tipici di questo periodo (ma non solo per questo periodo) di preghiera, digiuno ed elemosina, segnano il cammino di “autenticazione” del discepolo di Cristo per la sua purificazione da poterlo far indossare l’abito nuziale, ossia la veste bianca, unico e legittimo vestimento con cui poter partecipare alla festa di nozze dell’Agnello di Dio, la Pasqua. Chi prega riceve la grazia dello Spirito Santo. Da quali segni si riconoscerà chi avrà vissuto veramente la Quaresima? Chi avrà compiuto questi segni:
1 – La preghiera. Il credente si troverà, sinceramente, da solo e nella Comunità parrocchiale davanti a Dio e Lo riconoscerà il suo unico Dio. Perciò:
– al primo posto l’ascolto delle Sacre Scritture e il riferimento costante ad esse quale Legge di vita personale e comunitaria;
– partecipazione più frequente alla Messa feriale, considerando che Parola ed Eucaristia nutrono la vita spirituale del cristiano;
– confessione frequente. Per vivere bene la Quaresima è necessario essere confessati. Infatti essa rinnova il battesimo, aumenta la grazia e dona la forza per resistere ad ogni tentazione ed attacco del maligno;
– scegliere di pregare con la Liturgia delle Ore, per dare la gloria a Dio durante la giornata.
Papa Francesco ci dice di pregare: “Per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia”.
2 – Il digiuno. Il credente sa che questa forma di ascesi è un bene spirituale elevato. Consapevoli che al tempo d’oggi esso è sconosciuto o considerato antiquato, è bene farlo conoscere e motivarlo adeguatamente. Infatti, il senso di queste privazioni (non soltanto legate al cibo) è di permettere alla grazia divina di purificare il nostro stile di vita, le sue abitudini, le scelte. Il digiuno ci permette di distinguere tra il superfluo e l’importante, tra l’importante e l’essenziale, tra l’essenziale ed il giusto.
Papa Francesco ci dice di digiunare “per imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di divorare tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore”.
3 – L’elemosina. Sappiamo bene che questo comportamento del cristiano trova il suo massimo significato nell’etimologia della parola, che comprende insieme: giustizia e misericordia. L’elemosina è una giustizia ed una misericordia. L’elemosina è il segno della giustizia e della misericordia che dimorano nell’anima e nella coscienza del credente. Anch’essa è legata al gesto esteriore della provvidenza per chi è nel bisogno, ma anche al gesto interiore della misericordiosa giustizia e della giusta misericordia verso chi abbiamo ferito o ci ha ferito, verso chi è nella povertà materiale, ma anche spirituale. È un’elemosina, infatti, dare di cuore il perdono, visitare un ammalato, una persona sola, soffermarsi con chi è emarginato e dargli la carità del cuore di Cristo.
Papa Francesco ci dice di fare elemosina “per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene”.
La preghiera, il digiuno e l’elemosina sono i segni della Quaresima. Ecco perché la Quaresima è considerata Perché ci sia un sacramento sono necessari dal punto di vista umano: l’intenzione di chi lo compie, la materia giusta e la preghiera rivolta a Dio per invocarne la grazia. Da parte di Dio sono necessari anche la Sua intenzione, colui su cui darSi e l’effusione dello Spirito Santo. Da qui la Quaresima come quadragesimale sacramento: ogni giorno di questi quaranta, vivendo per ciascuno i tre segni richiesti da Gesù per la santità, con l’intenzione o volere di Gesù stesso, il Padre ricco di misericordia, commosso e compiaciuto dei suoi figli, effonde con generosità sovrabbondante il Suo Spirito su coloro che stanno “costruendo” la Quaresima.
Suggerimenti. Alla luce di quanto detto sopra, sarebbe proficuo individuare degli impegni su ciascuno dei tre atteggiamenti propri della Quaresima e viverli quotidianamente. La sera, all’esame di coscienza, è bene fare una verifica personale, esaltare l’opera di Dio e chiedere perdono per le proprie infedeltà. Si potrebbe utilizzare l’esame di coscienza proposto dal Santo Padre Francesco.
Esame di coscienza
1 – Nei confronti di Dio. Mi rivolgo a Dio solo nel bisogno? Partecipo alla Messa la domenica e le feste di precetto? Comincio e chiudo la giornata con la preghiera? Ho nominato invano Dio, la Vergine, i Santi? Mi sono vergognato di dimostrarmi cristiano? Cosa faccio per crescere spiritualmente? Come? Quando? Mi ribello davanti ai disegni di Dio? Pretendo che egli compia la mia volontà?
2 – Nei confronti del prossimo. So perdonare, compatire, aiutare il prossimo? Ho calunniato, rubato, disprezzato i piccoli e gli indifesi? Sono invidioso, collerico, parziale? Ho cura dei poveri e dei malati? Mi vergogno della carne di mio fratello, di mia sorella? Sono onesto e giusto con tutti o alimento la “cultura dello scarto”? Ho istigato altri a fare il male? Osservo la morale coniugale e familiare insegnata dal Vangelo? Come vivo le responsabilità educative verso i figli? Onoro e rispetto i miei genitori? Ho rifiutato la vita appena concepita? Ho spento il dono della vita? Ho aiutato a farlo? Rispetto l’ambiente?
3 – Nei confronti di sé. Sono un po’ mondano e un po’ credente? Esagero nel mangiare, bere, fumare, divertirmi? Mi preoccupo troppo della salute fisica, dei miei beni? Come uso il mio tempo? Sono pigro? Voglio essere servito? Amo e coltivo la purezza di cuore, di pensieri e di azioni? Medito vendette, nutro rancori? Sono mite, umile, costruttore di pace?
Conclusione. Vivere la Quaresima con tutte le sue caratteristiche fa del popolo santo di Dio il popolo messianico. Infatti il popolo è messianico perché il Messia è con lui, cammina con lui e lo guida. Non si può avere uno sguardo completo sulla Quaresima se non si contempla già la Pasqua che diventa la speranza di ogni giorno quaresimale.
Per vivere autenticamente, in profondità e seriamente il Tempo liturgico forte in questione è necessario compiere quotidianamente i suoi segni di preghiera, digiuno ed elemosina. Tutto questo servirà ad aumentare certamente la purificazione personale e comunitaria, ma accrescerà la lode, la gratitudine, l’adorazione di Dio.