Veglia di preghiera… sotto la Croce

Questa croce, detta di Lampedusa, benedetta da papa Francesco, ci invita a metterci sotto la Croce del Signore, a contemplare Cristo Crocifisso, morto e risorto per ogni uomo. Egli è sempre accanto a noi, a chi soffre, a chi muore. Al Signore Risorto affidiamo i migranti e le vittime dei tanti naufragi, chiediamo il suo aiuto perché illumini i nostri passi e le scelte dei popoli.

L’impegno concreto della Chiesa nei confronti dei migranti non ha radici puramente umanitarie, ma fa riferimento ad una prospettiva di fede fondata sulla rivelazione e si inserisce nel suo fondamentale compito di portare a tutti il Vangelo di Gesù. Questa certezza di fede, basata sull’antica Legge e soprattutto sulla parola e l’esempio del Maestro, diventa nella prima comunità cristiana uno stile di vita, un’esperienza di fraternità accogliente senza frontiere, secondo le raccomandazioni di Paolo: “Siate premurosi nell’ospitalità” (Rm 12,13) e di Pietro: “Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri” (1Pt 4,9).

L’accoglienza ospitale del cristiano si estende anche allo straniero ed è canone fondamentale di comportamento: «Nella Chiesa nessuno è straniero, e la Chiesa non è straniera a nessun uomo e in nessun luogo» (San Giovanni Paolo II).

Testo della Veglia sotto la Croce (1 giugno 2015).